giovedì 21 giugno 2012

NARRANTIERRANTI ALLA PRIMAVERA LETTERARIA | METTI UNA SERA D'ESTATE

Io le Colonne d'Ercole lo so che forma hanno. Le ho viste, le ho anche toccate. Erano gialle, più fioriere che colonne a dire il vero. Decretavano la fine del mondo, del mio perlomeno. Della città, della periferia, di tutto quanto. Erano poste alla fine del viale dove sono nato e cresciuto. Al di là di esse, il Nulla Verde, la Campagna nemica del Boom che avanzava e avanzava e ben presto, più veloce di quanto io non lo fossi con la palla tra i piedi quando giocavamo per strada - sembrano secoli fa ma sono passati solo 25 anni - avrebbe inglobato tutto senza riserve, con annessi e connessi, asfaltando con noncuranza anche quel confine da realismo magico tra Infanzia-Periferia e Adolescenza-Città.

Ritrovarsi lì, a distanza di un paio di case rosa, da quella dimensione spazio-temporale in cui è confinato il mio io bambino che conta a una colonna mentre gli altri si contendono il nascondiglio migliore, o che cerca un dribbling con il Super Tele o con il Tango se qualcuno del viale era riuscito a farselo regalare dai parenti, mi fa un po' tremare la voce. Poi ci metti un parco che si chiama Amico, il supporto di un certo Francesco al mio fianco, e sono riuscito a trovare il coraggio di guardarvi  tutti in faccia prima di cominciare.

Ci siamo incontrati, cercando un po' tutti, forse, di indovinare i nostri nomi dai volti - Ma su facebook non aveva quel colore di capelli! - ci siamo conosciuti, abbiamo chiacchierato come si chiacchiera tra vecchi amici o forse come lo si sarebbe fatto, anni fa, incontrando un amico di penna. Chissà come si potrebbe definire ora, un amico di penna? Ci aggiungi le atmosfere musicali di Mirko, la voglia di raccontare e raccontarsi e la serata ha iniziato a scorrere come si deve.

Poi la spaghettata di mezzanotte, il lambrusco, le risate, le idee, i progetti. Quale sarà il futuro di NarrantiErranti? Per questa sera non voglio pensarci, voglio solo incorniciarmi le mie fotografie mentali di noi attorno a un tavolo, con un bicchiere in mano e un sorriso in faccia, come tele dipinte da appendere in casa. A un paio di colonne, magari.

Grazie a tutti quelli che c'erano e a chi ha reso possibile la serata. Grazie a Sergio e Area Etica, Francesco, Ivonne e Laura della Libreria Incontri, Mirko, e la Comune del Parco di Braida. Grazie anche al Parco Amico perché esiste.  E il suo esistere è un resistere, un custodire e un preservare lontano dagli occhi aperti-spalancati-ciechi del Boom, un po' di quella mia Infanzia-Periferia.

Diego